In questi giorni mi sono fatto tante domande. Ad alcune ho dato risposte, ad altre ancora no. Forse non è facile affrontare le cose dello spirito con leggerezza. Mi sono chiesto, per esempio, se credevo alle apparizioni di Trevignano ed ho risposto sì. Mi sono chiesto dove sta la mia Chiesa e ho avuto un po’ di timore nel rispondere. Che Trevignano sia vera, non ho dubbi. Non sono un angelo per discernere le verità del trascendente. La certezza arriva da una diagnosi in campo universitario: tre trombosi, due emboli polmonari, una metastasi al fegato, una ciste sospetta al rene, sangue occulto nelle feci, cinque noduli alla tiroide e dulcis in fundo (del tipo non mi faccio mancare nulla) diabete con rischio del coma a 480. Non accenno al cuore perché preferisco ignorarlo. Una valvola mitralica insufficiente e pressione arteriosa e venosa alle stelle. Ma queste sono sciocchezzuole. A 67 anni dicono che sia normale avere acciacchi. Non è normale sentirsi dire dal professore “Può andare via perché non siamo in grado di curarla. Le consiglio una struttura più idonea”. Puntuale una telefonata dal cielo. Squilla il telefono. Chi è? Indovinate un po’? La signora Gisella. “Come stai?” Racconto con ogni dovizia di particolari. Il resto lo lascio alla vostra immaginazione. Vi dico solo che: corro come un ragazzino, mi diverto come un fanciullo e gioco come un pupetto. Sono trascorsi otto mesi. Non è rimasta traccia di nulla, tranne il colore dei capelli che sono rimasti bianchi. Il miracolo dei capelli non è stato possibile. Pazienza me ne faccio una ragione. In quanto alla seconda domanda, ho avuto timore di rispondere. La mia Chiesa? Quando si tratta di riparare il tetto è mia, quando si tratta di domandare la comunione in bocca non è più mia. Perbacco per dindirintina. La mia Chiesa? La vedo più bella e mia, dopo il trionfo del Cuore Immacolato di Maria. Adesso vado sulla collina e mi illumino di immenso, poi scendo nel buio della mia pseudo chiesa affittata ai luterani, ai calvinisti, ai protestanti e accendo una candela. Perché l’accendo? Lo so che siete curiosi. In un angolino, come se fosse appestato, c’è il mio Re che se ne sta tutto soletto. Io per rincuorarlo lascio il mio angelo custode. Eppure, nonostante questo, resta triste. Un giorno gli ho detto: o sorridi oppure faccio il pagliaccio e ti faccio ridere a forza. Io non ho visioni e neppure locuzioni. Però ho sentito nel cuore una domanda che mi ha rattristato molto e mi ha fatto piangere: “Dove sono gli altri? Dove sono i tuoi fratelli?”.
Forse per questo la collina della Madonnina è importante: ci vado e domando a Lei, con il rosario: “Mamma raduna i tuoi figli. Gesù li sta aspettando”.
Volete sapere chi è Gisella? È tutto ciò che ho raccontato. Il resto fatevelo raccontare dal vostro angelo custode. Io adesso ho da fare. Pace e bene

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