Nel corso della mia vita ho maturato tantissime esperienze caritative in alcuni settori del volontariato. Con l’Unitalsi, come barelliere, ho effettuato una ventina di pellegrinaggi a Lourdes e Loreto oltre a decine di giornate del malato tra le quali numerose quelle dell’11 febbraio a Roma in udienza dal S. Padre. Ho partecipato a tanti altri, con o senza i malati, a Fatima, Banneux in Belgio,, Nevert, dov’è Bernadette, Czestochowa, Pompei e varie volte in Terra Santa; ne ho organizzati molti altri a Medugorje, San Giovanni Rotondo e in tanti luoghi di culto francescani e mariani.
Ho viaggiato molto verso le mete dello Spirito, spesso col mio amico parroco don Giuseppe, deceduto nel 2009, che mi ha anche introdotto nel canale dei carismatici facendomi conoscere e frequentare Giuliana Buttini Crescio che ebbe il dono di ricevere dall’Alto messaggi di Gesù, Maria, Santi, Angeli, poeti e personalità di varia natura. Ho amato questa creatura e mi sono appassionato a lei, curando, sempre col mio parroco don Giuseppe, anche la stesura del libro “Le Mie risposte”, tratto da messaggi di Gesù.
Qualche anno fa, un amico mi parlò di Trevignano, in merito ad apparizioni della Santa Vergine ad una donna che avvenivano il tre di ogni mese. Misi subito in essere l’idea di andare, ma per un certo periodo, proprio il tre, si verificavano imprevisti di varia natura.
Finalmente potei recarmi a Trevignano, mi pare nel maggio 2017; scesi in paese e mi fu indicata la località dove avveniva l’apparizione.
Fu così che mi ritrovai nel luogo che Dio Padre aveva scelto e benedetto per l’umanità dove Lui stesso, Gesù e Maria si palesavano per parlare all’intero universo.
Era presto, forse le ore tredici, non c’era ancora molta gente; ebbi così modo di conoscere una signora alla quale feci qualche domanda su ciò che avveniva; in particolare mi stava parlando della veggente quando ad un tratto disse: “Eccola, è quella signora”! “Ma ci si può parlare?”, replicai. “Certamente, mi disse lei”. Eravamo seduti, mi alzai e notai che “quella signora” mi stava venendo incontro. Fui subito colpito dal suo sorriso, sicuramente umano ma con qualcosa di “mera- vigliosamente diverso” e dallo sguardo rassicurante, pulito e armonioso. “Io sono Francesco” dissi, “ed io sono Gisella,” mi rispose, e fu lì che al percepire quella voce sentii in me un’ emozione profonda, differente, veramente sublime, che poco dopo, durante l’apparizione, si palesò come la più bella ed intensa emozione che avessi mai potuto percepire nella mia vita.
E ne avevo avute tante, sia in merito ai luoghi frequentati, che al contesto di molti avvenimenti personali come il mio matrimonio, celebrato durante la messa ufficiale del pellegrinaggio dell’Unitalsi, all’Altare Maggiore davanti la santa casa di Loreto, dove non sposa generalmente nessuno; oppure emozioni particolari in Terra Santa, presso la basilica della Dormizione, al monte delle Beatitudini, al Sepolcro, oppure la meditazione al Calvario, al santuario della Madonna dei poveri a Banneux, tra i più belli che ho conosciuto o al sentirmi stringere la mano da Giovanni Paolo II.
Ecco, l’emozione che ho provato e si rinnova sempre a Trevignano, è di gran lunga superiore a tutte le altre, un’ emozione che da allora mi coccola, della quale avevo bisogno, che mi ha subito portato a frequentare Gisella e suo marito Gianni, eppoi don Luigi, la chiesa di Trevignano dove il martedi ed il sabato avvengono le altre due apparizioni settimanali. E ancora ad essere entusiasta dell’Associazione “La Madonna del Rosario e a far parte del gruppo della Regina del Rosario dove ho incontrato tante sorelle e fratelli con i quali si è formata una vera famiglia che come negli Atti degli Apostoli hanno un’anima sola ed un cuore solo.
Ho amato e studiato così tanto i messaggi che pervengono a Gisella da ripetere quanto avevo già fatto con la Giuliana Crescio: un libro. Un libro di parole, frasi e messaggi di Gesù e Maria, composto da me, ma scritto esclusivamente da Loro, dal titolo: “Noi e il cielo racchiusi in un libro”.
E’ il 4° libro sulle apparizioni di Trevignano che viene stampato in Italia; in Polonia stanno traducendo i primi tre e da quanto è a mia conoscenza vanno a ruba.
Ma vorrei tornare a Gisella. Dopo quel primo incontro, al colle, peraltro breve, le chiesi di poterla incontrare; qualche giorno ed ero a casa sua dove mi offrì subito il profumo che emanavano le sue benedette mani che per pochi istanti racchiusero la mia corona: per alcuni giorni ebbi quel profumo tutto per me.
Fu un colloquio amorevole, come se ci fossimo conosciuti da sempre perché da sempre abitavamo nella mente di Dio.
Gisella dunque disponibile, non solo con me ma con altri, quanti hanno chiesto la sua amorevole comprensione spesso nelle particolari ed umane situazioni della vita e quale tramite verso Gesù e Maria.
Gisella immediata, umile ed amabile nel trasferire alla Mamma Celeste le quotidiane e sofferte richieste e speranze. Forse dovrei anch’io riferire in merito qualcosa di straordinario.
Gisella gioiosa, sempre; in particolare di grande esempio nella quarantena del Covid, trasparendo dall’animo una serenità ripiena di luce e di amore. Gioiosa anche nelle sue sofferenze, soprattutto nel periodo pasquale; ricordo il Rosario a casa sua, il giorno di Pasqua dello scorso anno; le ero vicino ed ho toccato la stigmata della sua mano destra.
Gisella illuminata dall’Alto da un sole che spesso pulsa, palpita e disegna splendore, Gisella che riflette al mondo la celeste Luce.
Gisella, col suo amato sposo, scelta fra tutti per far conoscere il disegno e la Parola di Dio.
Gisella mistica, nel continuo fraseggio che riecheggia la quotidiana presenza di Gesù e Maria.
A Trevignano, nel miracolo, sempre per me si rinnova l’altro miracolo del poter partecipare all’evento, direttamente, vicino a Gisella. Non nel solo ricordo di quelli di Lourdes o di Fatima, avvenuti oltre un secolo fa, non nelle apparizioni accompagnate spesso dalle caotiche arrampicate nelle colline di Medugorje, ma semplicemente a Trevignano, a pochi passi da casa, confortato sempre dal sereno e splendente sorriso di colei che vede, ammira e trasforma in adeguato amore.
Volti amici si alternano al colle a volti sconosciuti. Tutti trepidano, eppoi ecco, giunge il momento tanto atteso: Cari figli, tesori miei, miei bambini…; le domande d’obbligo: perché a me? Perché io?
Un giorno lo sapremo.
Per il momento lodiamo il Signore Iddio e la Madonna Santissima che hanno permesso la nostra presenza e gridiamo all’unisono: “Io c’ero”.

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